Il 1° Mistero della Luce
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“Il Battesimo di Cristo” Piero della Francesca, 1440-1460,National Gallery di Londra.
1° mistero della luce: Gesù è battezzato da Giovanni nel Giordano
Piero della Francesca nel “Battesimo di Cristo” in riferimento al concetto di San Tommaso d’Aquino, impiega una “luminosità” terrena come riflesso di quella intellegibile di natura divina, soprannaturale,
la quale risplende e rende perfetta testimonianza del Figlio di Dio. Nonostante l’apparente salda geometria del Cristo, così come le figure degli angeli, la composizione appare priva della sua “materialità” ma irradiata da quel “lumen” ordinatore divino.
Diversa è invece la concezione dello “splendor”, lo splendore del raggio dell’Intelligenza creatrice. Le cose belle individuano in modo perfetto e singolarissimo la forma, il valore ideale di una realtà rappresentata o di un atteggiamento della coscienza umana. Il bello è lo splendore del vero. Nella contemplazione del bello tutte le nostre facoltà intervengono e sono soddisfatte.
Per Tommaso d’Aquino bello è ciò che veduto piace; (conoscenza intuitiva più gioia). Ciò che esalta e diletta l’anima, solo in quanto questa è derivata dall’intelligenza mediante i sensi, questo è il bello. L’arte, quindi, ha per fine l’opera stessa e la sua bellezza, tesa ad un’aderenza alla realtà profonda, tra ragione e natura.
Quanto sopra espresso si riflette bene nell’opera di Piero della Francesca, nella sua creazione di una bellezza strutturata dalla conoscenza scientifica e geometrica. Piero progetta l’impianto compositivo del “Battesimo di Cristo” attraverso calcoli di “proporzione aurea” considerata una “chiave” unificante tra arte e scienza, basata secondo rapporti armonici inerenti all'universo. La “sezione aurea”, nota nella scultura e architettura, già nella civiltà greca, viene successivamente applicata nel Rinascimento da vari artisti, tra questi Piero della Francesca, il quale calcola geometricamente, nelle sue opere, gli equilibri tra pieni e vuoti, il rapporto armonico tra la pregnanza visiva delle figure e lo sfondo del paesaggio; cercando in tal senso la struttura che più avvicina alla creazione al concetto di bellezza.
Prof. Nicola Castellucci